
Eccomi tornato per parlarvi di un bel thriller, che dopo aver letto L’ipnotista di Lars Kepler, il genere aveva bisogno di riscatto ai miei occhi. Tess Gerritsen non delude mai: da ormai otto romanzi è sinonimo di qualità, tensione e adrenalina.
Eccomi tornato per parlarvi di un bel thriller, che dopo aver letto L’ipnotista di Lars Kepler, il genere aveva bisogno di riscatto ai miei occhi. Tess Gerritsen non delude mai: da ormai otto romanzi è sinonimo di qualità, tensione e adrenalina.
Dunque dunque dunque…eccoci al momento della verità. Qualche mese fa, durante un giro in libreria, ho comprato il romanzo Nella mente dell’ipnotista di Lars Kepler, scoprendo solo in un secondo momento che si trattava del seguito del romanzo L’ipnotista (che pure qui, botta di fantasia nei titoli…). Ovviamente ho deciso di procedere con ordine e, qualche tempo dopo, ho recuperato anche il primo libro che ora ho letto e di cui vado a parlarvi.
Ormai lo sapete quanto io ami i romanzi di Preston e Child dedicati all’agente Pendergast. Li ho letti tutti, dal primo all’ultimo e ho sempre apprezzato il loro stile anche se, va detto, pian piano la qualità delle storie è andata calando. Ma mai e poi mai avrei pensato di trovarmi qui a scrivere una recensione tanto negativa di un loro romanzo. Mai, prima di leggere La stanza di ossidiana… E da fan accanito lo faccio con ancor più irritazione. Ma andiamo per gradi.
Ci sono volte in cui capita di scoprire una serie di romanzi molti anni dopo il suo inizio. Succede per caso, grazie a una fiera di libri usati e al destino che, tra migliaia di romanzi, ti ha messo fra le mani proprio il primo della serie. Così tu, che non vuoi affatto contrariare un così benevolo destino, cominci a cercare in ogni libreria gli altri romanzi e ti trovi a vagare tra gli scaffali con Wikipedia aperta sul telefonino e una lista “Celo-celo-mimanca” nell’altra mano (che la Gerritsen è una che s’è data da fare parecchio) sperando di trovare proprio quelli che ti servono per procedere in ordine. E pian piano ce la fai. Son soddisfazioni. Li compri, li porti a casa e li riponi in maniacale ordine sulla tua libreria e li leggi, uno via l’altro, controllando ogni volta su Wikipedia, che non si sa mai. No, non si sa mai. Ed è così che Il sangue dell’altra, quarto romanzo di Tess Gerritsen del ciclo Rizzoli e Isles, è stato letto dal sottoscritto per sesto e solo perché cominciavo a non capire più alcuni riferimenti nella storia, che altrimenti chissà.
Felicissimo di tornare a parlarvi dei romanzi di Tess Gerritsen con il suo Sparizione, il quinto libro della serie dedicata all’agente Rizzoli e al medico legale Isles.
Dopo Il chirurgo (un thriller coi fiocchi, lasciatemi dire), è stato il turno di Lezioni di morte, Corpi senza volto e Il sangue dell’altra (che mi sono appena reso conto di aver perso inspiegabilmente per strada…ma che recupererò a brevissimo).
Era da un bel po’ di tempo che non entravo in una libreria, complice anche il calo di “desiderio letterario” che mi ha colpito in questi ultimi mesi. Immaginate quindi la sorpresa quando, durante una visita del tutto casuale, ho visto in bella mostra sullo scaffale La costa cremisi di Douglas Preston e Lincoln Child, il nuovo romanzo dedicato allo specialissimo agente Pendergast: è uscito a ottobre 2016 e io non lo sapevo. Imperdonabile.
Torno a parlarvi di Tess Gerritsen, autrice di thriller che ho scoperto solo negli ultimi tempi e che, pian piano, sto cercando di recuperare perché merita davvero. Il romanzo di oggi, Corpi senza volto, è il terzo della serie dedicata a Jane Rizzoli e Maura Isles e, come i precedenti, non deluce le aspettative.
Oggi vi parlo di Lezioni di morte di Tess Gerritsen, secondo romanzo della serie di thriller dedicata alla detective Jane Rizzoli. Dopo aver letto Il chirurgo (e averlo molto molto apprezzato) sono andato in libreria e ho fatto incetta dei successivi romanzi della serie.