“Posso sedermi lì?” dice lui, indicando il posto vicino al finestrino rivolto nel senso di marcia.
“Sì, certo” rispondo alzandomi per farlo passare.
“Grazie. Sa, soffro il treno.” dice come a volersi giustificare. Un attimo dopo si avventa su due confezioni di croccantini fritti al chili, scagliandoseli in bocca a mano aperta con una voracità tale da farmi domandare se riuscisse anche a respirare. Due fermate e cinque interminabili minuti dopo si alza e scende, lasciando qua e là le tracce del suo breve passaggio sotto forma di piccoli pallini arancione fosforescente.
Questa è stata la prima cosa che mi è venuta in mente subito dopo… da “Tel chi el telun” di Aldo, Giovanni e Giacomo:
Diario di un Lettore Pendolare Flash: troppo poco per un racconto…davvero troppo per ignorarlo.